Sat Kriya La Via Interna Verso L’Alto
Sat Kriya La Via Interna Verso L’Alto. Di Tera Mantra Kaur.
Il Kundalini Yoga offre innumerevoli sequenze di asane, meditazioni, pranayama, ognuno con effetti più o meno specifici sul nostro corpo, sui vari regni delle nostre menti e, a livello più sottile ed energetico, sull’invisibile che c’è in noi.
Esistono Kriya che lavorano sulla digestione, sull’eliminazione, Kriya che si occupano della nostra Aura o del Corpo Pranico, sequenze che vanno a scandagliare i profondi recessi dei nostri pensieri, del nostro subconscio.
Così come per questa disciplina, insegnata da Yogi Bhajan, anche ogni Kriya, in ogni scuola di Yoga, è una combinazione sinergica, una precisa sequenza, studiata e sperimentata dai maestri, per attivare dei percorsi di energia nel nostro essere, per farci andare oltre e scoprire quali sono le nostre potenzialità di esseri umani consapevoli.
Sat Kriya La Via Interna Verso L’Alto
Nel Kundalini Yoga, oltre ai Kriya più o meno lunghi, troviamo anche delle piccole gemme, come il Sat Kriya.
Il Sat Kriya è un esempio di uno dei fondamenti che sottende questa disciplina, ovvero che più le cose sono piccole, concentrate e semplici, più sono forti, indistruttibili e più facilmente vanno a segno. È un piccolo Kriya, un’azione completa in sé stessa, un concentrato di esperienza come un piccolo diamante, al nostro servizio.
La sua peculiarità è racchiusa nella semplice combinazione di un Mantra, un Mudra e del nostro preziosissimo ombelico.
Vediamo insieme come praticarlo:
- Sediamoci sui talloni, in posizione Roccia. Le ossa del bacino devono essere in contatto coi talloni, ginocchia chiuse;
- Manteniamo la schiena dritta;
- Stringiamo le mani nella Stretta di Venere (mignolo destro esterno per l’energia femminile, mignolo sinistro esterno per l’energia maschile) lasciando fuori gli indici, palmi uniti;
- Allunghiamo le braccia verso l’alto sopra la testa, gomiti dritti, la punta degli indici verso l’alto;
- Manteniamo le spalle rilassate;
- Iniziamo a vibrare ad alta voce il Mantra Sat (la Verità) contraendo l’ombelico verso l’alto e Naam (Identità) rilasciando l’ombelico;
- Sequenza di chiusura;
- Rilassamento.
In realtà il lavoro è tutto interno: nel suono Sat, che è leggermente più corto, “risiede l’enfasi” (Cit. Shiv Charan Singh).
Il suono esce non soltanto perché lo vocalizziamo, ma perché il movimento dell’ombelico, che è accompagnato da un’applicazione quasi automatica di Mul Bandh, il blocco della radice, e di Uddiyana Bandh, il blocco del diafframma, spinge il suono verso l’alto.
Così fa l’energia che segue il suono: spinta dal basso, sale, dalla radice, all’ombelico, il diaframma si alza: “Sat!”. Il cuore si apre.
“Il cuore è la porta non il luogo” Shiv Charan Singh.
Qui, l’energia del triangolo inferiore portata dal basso, ha la possibilità di essere trasformata e rilasciata al triangolo superiore.
Vibrando Naam, leggermente più lungo, “non lunghissimo” (Cit. Shiv Charan Singh) completiamo l’azione, rilasciando l’ombelico.
Possiamo immaginare l’energia che parte dall’ombelico e raggiunge il terzo occhio, dove può essere visualizzato il suono Naam, e prosegue oltre, verso l’alto.
La Vibrazione Del Mantra Ci Sostiene Nella Pratica
Sat Kriya La Via Interna Verso L’Alto
È un ritmo rilassato ma fermo, preciso ma pieno di Grazia, delicato ma potente.
Se avete mai gonfiato la ruota di una bicicletta, l’esempio vi può aiutare sulla meccanica del movimento: Sat, spingo, Naam, ritorno.
Se avete presente il movimento delle onde del mare, che salgono e ritornano dolcemente, potete seguire la loro costanza.
Il ritmo ideale è di 8 volte ogni 10 secondi.
L’importante è concentrarsi sul movimento e il ritmo dell’ombelico, tutto il resto si muove con esso.
L’Onda Ritmica Che Sale Fino Ad Ajna Chakra, Il Terzo Occhio
Sat Kriya La Via Interna Verso L’Alto
La Sequenza Di Chiusura
Il Sat Kriya può essere praticato dai 3 ai 31 minuti e al termine, per sigillare il Kriya, inspiriamo profondamente, stringiamo tutti i muscoli partendo dal basso, sospendiamo il respiro in apnea positiva, concentrandoci sull’area appena sopra la testa.
Espiriamo completamente, inspiriamo di nuovo profondamente, ed espiriamo completamente. Restando in apnea negativa (dai 5 ai 20 secondi secondo le proprie capacità) applichiamo Mulbandh, chiudiamo il mento, stringiamo ogni muscolo. Infine inspiriamo profondamente, ed espirando abbassiamo il Mudra e rilassiamo la posizione.
Il Rilassamento
Essendo un vero e proprio Kriya a tutti gli effetti, se praticato da solo, richiede un rilassamento finale pari al doppio dei minuti della pratica. Quindi se lo pratichiamo per 3 minuti, faremo 6 minuti di rilassamento, come al termine degli altri Kriya.
I Benefici
Questa elevazione e trasformazione di energia coinvolge anche il corpo fisico. Praticarlo regolarmente anche solo per 3 minuti al giorno regola e stabilizza la pressione sanguigna, aiuta i problemi digestivi, armonizza il sistema nervoso, calma eventuale disordine emotivo, rinforza l’apparato sessuale.
Il flusso di energia spinta verso l’alto, mescolando prana e apana nell’ombelico, apre la strada alla nostra consapevolezza, aiutandoci ad uscire dalle paure e dai turbamenti che possono ristagnare nei primi tre chakra. Ci stimola a superare le nostre paure e i nostri limiti, a puntare in alto, canalizzando le nostre energie creative.
Il lavoro del Sat Kriya è quello di risvegliare e di andare ad attingere alla riserva nascosta alla base del nostro essere, per permetterle di trovare un’alternativa al ristagno e una via per eccellere.
Nota Sulle Alternative
Il Sat Kriya, come ogni pratica del Kundalini Yoga, segue delle indicazioni e delle posizioni molto precise, studiate specificatamente per il lavoro che si intende fare.
Laddove però si hanno difficoltà reali, ogni Kriya così come questo, può essere praticato nel pieno rispetto del proprio corpo e della propria esperienza.
Nello specifico, per chi ha difficoltà a stare seduto sui talloni può praticarlo in posizione facile. Se si hanno difficoltà fisiche alle braccia si può abbassare temporaneamente il Mudra sulla testa.
Ci sono testimonianze di persone che hanno visto praticare il Sat Kriya, sotto la guida di Yogi Bhajan, da allievi impossibilitati fisicamente, completamente sdraiati a terra, con solo le braccia rivolte verso l’alto, nella stretta di Venere.
Persone che hanno perduto un arto hanno praticato e praticano ad oggi, senza alcun limite mentale, rispettando e supportando quelli fisici con il potere della visualizzazione per completare gli esercizi.
Questo vale per tutti noi, ascoltare sempre il nostro corpo, saper scindere nella pratica, così come nella vita, i limiti mentali da quelli reali, sciogliere i primi e valorizzare e rispettare i secondi.
Laddove impegno, accoglienza e intenzione regnano, lo Yoga avviene sempre, dentro di noi.
Sat Kriya, una piccola gemma del Kundalini Yoga – VIDEO
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